Il film Hugo Cabret è basato sul romanzo illustrato “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick, in cui realtà e immaginazione, come spesso accade, si intrecciano.
Georges Méliès, per esempio è un personaggio esistito veramente, un regista la cui straordinaria fantasia ha illuminato i primi anni del cinema, con l’invenzione del cinema di finzione, il montaggio ed è considerato il padre degli effetti speciali. Di più non vogliamo dirvi, per non togliervi il gusto di vedere il film.
C’è un altro personaggio chiave del film che, se non è proprio vero, è stato ispirato da un suo collega reale. Si tratta dell’automa che Hugo custodisce nel vecchio orologio della stazione di Parigi, capace di scrivere con inchiostro e pennino.
Il suo “collega” reale si trova nel museo di Arte e Storia di Neuchâtel in Svizzera.
A differenza di quello cinematografico, che ricorda un po’ il C-3PO di guerre stellari, l’automa svizzero ha delle fattezze umane e la capacità di riprodurre espressioni.
E svizzero è anche il suo “papà” , Pierre Jaquet-Droz, e non poteva essere altrimenti, dal momento che l’ingranaggio che permette all’automa di scrivere e muoversi è simile a quello di un orologio.
Le sue missive non possono contenere più di 40 caratteri, che vengono impostati su una ruota.
L’automa fu creato intorno al 1770 per divertire la nobiltà dell’epoca.
Nel museo, oltre allo scrittore, è possibile vedere il disegnatore, che riproduce alcuni volti e animali e la pianista, in grado, per l’appunto, di suonare lo strumento.
Se un viaggio in Svizzera non è nei vostri programmi, almeno in un prossimo futuro, potete vedere il nostro scrittore all’opera cliccando qui, in alcune immagini piene di fascino, in cui potrete riconoscere gli ingranaggi dell’automa del film.
Simona Rivelli, scrittrice, autrice, blogger (scriveremirendefelice.it)